mercoledì 24 giugno 2009

La guida definitiva per guadagnare in Internet – Lista con più di 80 siti che dividono i guadagni con i propri utenti!

Chi vuole guadagnare denaro attraverso internet difficilmente potrà limitarsi ad un blog. Sebbene sia chiaramente possibile fare soldi con un blog, nella realtà questo processo è molto lungo, ed esistono sempre molte persone con la fretta di riempire i propri portafogli.
Pensando a ciò, ho creato una lista con più di 80 websites che dividono i ricavi con i propri utenti/editori, quasi sempre i ricavi sono frutto della pubblicità contestuale di Google Adsense.

Non ho testato, personalmente, molti di questi siti, non soltanto per mancanza di tempo, ma anche perchè si incontrano in nicche di mercato, nelle quali non opero, Se casualmente qualcuno ha o ha avuto esperienza con alcuni di questi progetti, lasci un commento con i propri suggerimenti o critiche. Fate lo stesso per qualunque programma di divisione dei ricavi che conoscete e che non appaiono nella lista.
E’ molto importante conoscerne il più possibile se si voglioono raggiungere ottimi risultati (…guadagni! Ndr), quindi se conoscete qualche progetto da censire, lasciate un commento cosi che possa aggiungerlo alla lista.

Siti per la scrittura di contenuti

http://www.about.com
Questo è un progetto per la creazione di Guide OnLine. Loro stessi riferiscono que ilnumero di pagine visualizzate aumenta gradualmente ed è possibile guadagnare fino a 725$ al mese senza alcuna difficoltà. Guide di grande successo, scritte da alcuni utenti, ricavano anche 100.000$ all’anno.

http://thisisby.us
50% allo scrittore e 10% per chi commenta.

http://hubpages.com/
A metà strada tra un mini site e un blog, funzionano come pagine statiche di informazione che possono essere monetizzate con Google ads, eBay o Amazon.

http://www.squidoo.com/
Squido è gratuito ma riesce a condividere il 50% delle visualizzazioni Adsense. L’impresa trattiene il 45% mentre il restate 5% va in beneficienza.

http://www.flixya.com/
Questa rete sociale vi dà il 100% delle entrate pubblicitarie con AdSense di Google. Avrete strumenti per condividere video, foto e blog.

http://www.xomba.com/
Xomba utilizza Google Adsense su ogni pagina del sito. Ogni post è di fatto quindi integrato con la pubblicità contestuale e appare in Xombyte / Xomblurb. Le entrate nascono dalla pubblicitàcon Adsense.

http://www.triond.com
In Triond si ottiene il 50% dei profitti generati dai contenuti nel mese precedente. Il vantaggio è che tutti i contenuti continueranno a generare profitti a lungo termine.

http://www.helium.com/
Suddivisione delle entrate pubblicitarie Google Adsense tra il sito e gli scrittori.

http://www.oondi.com/
100& delle entrate con chi scrive articoli nella loro rete.

http://www.mytripledub.com/
Si riceve 70% delle entrate pubblicitarie Adsense del sito. Se si riesce a invitare e far scrivere qualcun’altro si guadagna anche il 10% di quanto da questi prodotto.

http://www.vdox.com/
Spazio dedicato ai freelancers per condividere articoli e contenuti. Il programma di suddivisione delle entrate garantisce il 100% delle entrate prodotte

http://www.daytipper.com/
DayTipper paga 3$ per ogni articolo.

http://www.writingcampus.com/
Writing Campus offreil60% delle entrate che riuscirete a generare con i vostri contenuti.

http://www.screendig.com/
In questo sito il sistema de ripartizione delle entrate è stabilito in 75/25 (voi riceverete il 75% e l’impresa il 25%). Le entrate sono generate da Google Adsense.

http://www.scratchprojects.com

Questo sito è fatto per i programmatori e gli sviluppatori disposti a condividere tecniche e tutorials. Il sito paga fino a $ 50 dollari per ogni articolo. Il pagamento è effettuato a mezzo PayPal prima che l’articolo venga pubblicato.
Altri siti per la scrittura di contenuti che condividono le entrate:
http://www.qassia.com
http://www.music-nerds.com
http://www.meshplex.org
http://blogevolve.com/
http://www.journalhome.com/
http://www.softwarejudge.com
http://www.valueinvestingnews.com/
http://www.5050articles.com/
http://www.greendoc.net/
http://www.soulcast.com/
http://bloggerparty.com
http://www.launchtags.com/
http://www.digitaljournal.com/
http://www.senserely.com/

photo credit: Montrasio International

Siti per Video

http://revver.com/
Condivide le entrate con gli autori/editori dei video tramite il proprio mercato.

http://www.yourmelody.tv

Rete sociale che paga gli autori dei video

http://www.matrixmovies.net/
MATRIXMovies offre il 100% delle entrate generato attraverso i vostri video con la pubblicità Google Adsense. Quanti più upload farete, maggiori saranno le entrate.

http://www.atomfilms.com
Se i membri della rete gradiranno le vostre produzioni, AtomFilms vi offrirà un contratto di distribuzione con valori interessanti e inserirà i vostri video nella MTV Networks, impresa associata.

http://www.channelme.tv
Questo sito permette la divisione dei rendimenti generati da Google Adsense. L’unico obbligo è quello di avere un sito con dominio .tv.

http://www.expertvillage.com
ExpertVillage é un sito per la creazione di video e progetti a richiesta dei clienti. POtrete lavorare nelle ore libere da qualunque luogo del mondo, ricevendo una esposizione mondiale e un rendimento nell’ordine di 300$ per ogni progetto.

http://www.break.com
Riceverete fino a 2.000$ se il vostro video sarà pubblicato nella homepage.

http://www.lulu.tv
Lulu divide l’80% del rendimento che il vostro video o audio produrrà nella rete.

http://www.ulinkx.com
Riceverete denaro attraverso la rete Google Adsense. Gli annunci appariranno nella sua playlist ed anche nei video e upload che farete nella rete stessa.

http://www.blip.tv
Blip.tv possiede un programma di pubblicità completo che offre un totale controllo sul tipo di profitto per i propri video.

https://www.cruxy.com
Quaesto sistema permette di fare l’upload di video e altri media per porli in vendita. Si imposta un prezzo che sarà inserito nel mercato e voi riceverete il denaro in caso di vendita.

http://www.expotv.com
Fate l’upload di una recensione in video di qualche prodotto e guadagnate fino a 10.000$ per unità.

Altri siti di Video che dividono le entrate:

http://www.vuze.com
http://www.vume.com

photo credit: *L*u*z*a*

Poadcasting, audio e musica

http://www.odiogo.com/
Odiogo é um servizio gratuito e include un programma di redditività che è offerto aolamente a coloro che produrranno più entrate e visualizzazioni.

http://www.we7.com
We7 divide i redditi provenienti dalla pubblicità generata e associata ai download della musica. I redditi sono divisi nella forma 50/50.

http://www.beat9.com/
Fate l’upload di un file audio o video e in pochi secondi sarà convertito in un file liberamente utilizzabile nella rete e che genererà entrate per voi e beat9.

http://www.jamendo.com
Jamendo da la possibilità agli utenti di fare una donazione di 5€ ad ogni artista artista. al di là di questo potrete contare su un rendimento del 50% della pubblicità copntestuale se aderite al programma ‘Revenue Sharing’.

http://www.reverbnation.com
Qui riceverete una percentuale sulle entrate della pubblicità.

http://www.si-mi.com/
Potrete caricare o vendere videos, musica, podcasts, animazioni, ebooks e giochi. Voi definite il prezzo e ricevete il 70% della vendita.

http://blastpodcast.com
Programa di divisione dei ricavi delle vendite per i produttori di Podcastings.

Altri siti di Poadcasting, audio e musica che dividino le entrate:

http://www.podtrac.com
http://www.grooveshark.com
http://www.talkshoe.com
http://www.blogtalkradio.com/
http://www.divvycast.com/
http://www.gochongo.com

photo credit: Sergio Vollono

Siti di Fotografia

http://www.shareapic.net
In Shareapic sarete pagati ogni qualvolta che qualcuno visualizzerà la vostra galleria di immagini.

http://www.citizenimage.com
Comrpa e vende fotografie. il mercato genera guadagni.

http://submit.shutterstock.com
Fate l’upload delle vostre foto nel sito e sarete pagati per ogni download che altri faranno delle stesse.

http://scoopt.com
Scoopt lavora per vendere le vostre fotografie a giornali, riviste, organizzazioni e altri item per la pubblicazione. Ogni qualvolta una vostra foto sarà venduta riceverte il 40% dell’affare.

http://www.picable.com
Condividere fotografie e essere pagati per questo.

http://www.britepic.com
Riceverte una percentuale dei redditi generati da Google Adsense che sarà inserito nelle vostre foto.

http://www.freerangestock.com
Percentuale sulla pubblicità Google AdSense, fino ad un massimo dell’80%.

http://tubeimage.com

Tu fai l’upload delle fotografie e ricevi 100% degli affari generato con la pubblicità

http://www.photoworks.com
In My Storefront potrete vendere le vostre fotografie. PhotoWorks si preoccuperà dell’e-commerce, produzione, invio e servizi di appoggio al cliente per la transazione. Voi deciderete quanto guadagnare.


Siti per le ricerche online

http://greenhouse.mahalo.com/
Ogni qual volta che qualcuno verrà accettato in Mahalo.com sarete pagati.

http://www.slashmysearch.com/
Pagati per cercare.

http://www.rummage4money.com/
Creando pagine che linkano per il vostro sito, starete creando pagine di contenuto con entrate generate da Google Adsense. Ricevertee una percentuale di queste entrate.

http://www.scour.com/
Fate ricerche con la barra di Scour e accumulate crediti che renderanno denaro.


photo credit: maxgiani

http://www.ether.com
Se siete esperti in computer, blogs, o qualche altro tipo di professione, riceverte denaro aiutando glia altri membri e condividendo le vostre consocenze per telefono o e-mail.

http://www.justanswer.com
Pagati per rispondere alle domande.


photo credit: Sebastiano Pitruzzello (aka gorillaradio)

Siti per acquisti e recensioni

http://www.mypicklist.com
Fate una lista di prodotti che ritenete interessanti e/o importanti, create un widget e promovuete questa lista nel vostro sito o blog, Se qualcuno clicca e compra qualcosa, riceverte una percentuale sulla vendita.

http://www.epinions.com
10$ per ogni 10 recensioni scritte.

http://www.reviewstream.com
Pagati per scrivere recensioni relative a qualunque tipo di prodotto, impresa, hotels, politico, città,negozio della sua strada o addirittura sull cane del vostro vicino.

http://www.favoritethingz.com
Basta che qualcuno clicchi nella lista deiu suoi prodotti preferiti e compri qualcosa per ricevere la vostra commissione.


photo credit: gualtiero

Altri siti

http://www.kongregate.com
La Kongregate ripartisce dal 25% al 50% delle entrate generate dai giochi collocati dagli editorii/creatori degli stessi.

http://nabbr.com
Farete denaro tutte el volte che qualcuno inserirà online un widget riferito al vostro sito.

http://cruxy.com
Vendete lavoro in forma digitale in un mercato dove i clienti possono comprare attraverso PayPal, Google Checkout o Carta di Credito. L’impresa tratterràsolamente il 10%.

fonte
http://technotizienews.it/

lunedì 22 giugno 2009

Street fighters 4


Street Fighter 4


Dopo molto tempo arriva il nuovo capitolo del più bel picchiaduro di sempre , una bellissima grafica 3D con colori vivaci accompagna la giocabilità in 2D .



C’e’ poco da dire per questo gioco , un must buy .

Street Fighter IV presenta una serie di modalità di gioco in grado di riassumere tutto quel che di buono, negli anni, ha fatto vedere la serie. Da questo punto di vista non ha nulla da invidiare alle produzioni viste sino ad ora in questa generazione.

Troviamo in primis l’Arcade Mode, la classica modalità “da sala”, in cui cimentarsi in una serie di stage dalla difficoltà crescente: i primi sei casuali culmineranno negli ultimi due, in cui affrontare il boss finale.

In questa sezione ci verrà mostrata, , una storyline collocata tra Street Fighter II e Street Fighter III, dedicata ai vari atleti e raccontata attraverso filmati in forma di anime.

Troviamo, secondariamente, il Versus, luogo virtuale per sfidare un amico oppure un avversario a scelta controllato dall’intelligenza artificiale computerizzata, regolabile (in questa come in altre modalità) in otto diversi livelli di difficoltà.



L’allenamento delle combo e il training con i vari combattenti passano invece attraverso due distinte sezioni di gioco: Allenamento e Sfida. La prima consiste semplicemente in una stanza nella quale affrontare un avversario-manichino, per testare tutte le mosse del proprio beniamino, impostando -a propria discrezione- Super e Revenge Meter in maniera da non scaricarli mai e provare quindi a piacimento le combinazioni piu’ devastanti.

La seconda, invece, consiste in una serie di sfide a tema divise per livelli di difficoltà (facile e normale), che prevederanno l’annientamento di un determinato numero di avversari in un certo intervallo di tempo o senza il recupero della salute tra un combattimento e l’altro (Time Attack e Survival, per farla breve). Si aggiunge poi un interessante training specifico per le combo. In quest’ultima sotto sezione, gia’ vista nella serie Alpha, si richiedera’ il completamento di certe combinazioni, man mano piu’ difficili: una vera e propria sfida anche per i piu’ esperti.

Tutte queste modalita’ di gioco collaterali premieranno l’utente con colori alternativi per i costumi, titoli da inserire nel profilo di Street Fighter IV e molto altro, in maniera da risultare sempre appetibili. Inltre vi è il sistema dei “reward” , invita l’utente all’esplorazione metodica e continuata di ciascuna modalità. In Street Fighter 4, insomma, c’è davvero molto da fare.



Unica pecca , c’e ‘da sbloccare i personaggi e l’online è con codici , cioè bisogna avere il codice amico di un vostro conoscente con lo stesso gioco .

Wiimote, il controller innovativo



Oltre alla filosofia del pubblico raggiungibile, molto diverso da quello a cui ambiscono i concorrenti della Wii, un'altra innovazione apportata dalla Nintendo è il controller della sua console.
Il Wii Remote, o Wiimote, rappresenta una vera e propria svolta rispetto ai classici controller (joypad, joystick).

Innanzitutto il funzionamento è wireless, simultaneamente sia ottico (infrarossi) che radio. In questo modo si ha una notevole libertà di movimento.

La seconda novità è rappresentata dai sensori di movimento (dei semplicissimi accelerometri, comuni sensori integrati) che forniscono dati ai giochi rispettando i movimenti del giocatore in maniera molto precisa e realistica.

La terza novità è il piccolo altoparlante integrato al centro del telecomando, che in certe situazioni, per esempio il tennis, riproduce i suoni del gioco anche vicino al giocatore, rendendo il tutto molto divertente.

La quarta novità è l'indifferenza totale del controllo di gioco rispetto al giocatore destrorso e quello mancino. Il telecomando ha solo tasti simmetrici e non presenta nessuna difficoltà per i mancini.

La quinta novità l'ha portata il controller aggiuntivo, chiamato "Nunchuk" che al suo interno alloggia altri accelerometri e qualche tasto. Collegandolo al Wiimote si usano entrambe le mani durante il gioco, con un realismo sempre maggiore e una semplicità di utilizzo disarmante.

La sesta novità è rappresentata dalla possibilità di inserire il Wiimote all'interno di volanti, racchette, mazze, joypad e altri oggetti, in modo da avere con un unico controller una grandissima varietà di utilizzi più o meno realistici e adatti ai vari giochi.

Inoltre un bel vantaggio è proprio la presenza di pochi pulsanti intuitivi e facili da padroneggiare. Tutto quanto al servizio della semplicità e della velocità ad imparare, per catturare l'attenzione di chi ha solo voglia di svagarsi un pò senza perdere troppo tempo.

Come creare un server web LAMP partendo da zero

Per creare un web server completo delle migliori funzionalità, cioè anche PHP e gestione di database, può essere perfetto un sistema LAMP (Linux Apache MySQL PHP).

Questa piccola guida è adatta anche a chi prova a muovere i suoi primi passi in questo campo, o non è pratico di Linux.

Se ne può creare uno completamente funzionante, affidabile e con poca spesa (nel mio caso solo 30€), il primo requisito è:

- Abbonamento adsl flat
Senza esso non conviene neppure iniziare. Poi serve:

- PC dedicato (esempio un Pentium III 700) con scheda di rete
Non è necessario altro, gli verranno collegati tastiera e monitor solo momentaneamente. Il sistema operativo sarà una distribuzione linux senza interfaccia grafica:

- Ubuntu Server 8.04.2
Si installa Ubuntu Server da cd, formattando completamente l'hard disk. Va bene creare una partizione col metodo base, senza LVM. Occorre avere la connessione ad internet attiva, per garantire lo scaricamento del software successivo.
Attenzione a non lasciare inserite chiavette USB durante il partizionamento dei dischi, possono causarsi errori.

- Installazione di Apache2
A questo punto si deve installare il server web Apache2, grazie al comando

$ sudo apt-get install apache2

Il comando scarica da internet il software per la gestione del server web. Quando arriverà una richiesta al pc sulla porta 80, questo dovrà rispondere inviando il file /var/www/index.html.
Se il pc con Ubuntu Server è all'interno di una rete locale, occorre impostare il router in modo che invii le richieste HTTP al pc stesso; altrimenti il server web non è raggiungibile dall'esterno della rete.

- Port Forwarding
La modalità di indirizzamento delle richieste HTTP verso la scheda di rete del server web dipende dal router che si utilizza nella propria LAN. Non è necessario fare nulla se è l'unico pc connesso a internet. Altrimenti il sito http://www.portforward.com/routers.htm può fornire spiegazioni molto accurate.
In alcuni casi gli indirizzi IP della rete locale creata dal router possono essere assegnati dinamicamente: per evitare questo occorre disabilitare il DHCP della rete LAN, o fissare l'indirizzo IP di una particolarte scheda di rete (quella del webserver in questo caso).

- Nome DNS
Se si desidera assegnare un nome DNS al proprio server web, per garantirne la raggiungibilità da ogni parte del mondo, si può sfruttare un servizio come quello offerto su dyndns.com. In pratica si assegna un nome DNS (come tuonome.dyndns.org, tuonome.thruhere.net eccetera) all'indirizzo IP che si desidera. Ecco un tutorial per capire bene cosa fare.

- DNS assegnato ad un IP dinamico
Il problema nasce dal fatto che in genere l'IP assegnato dal proprio provider è dinamico. In questo caso occorre installare un piccolo programma che controlla l'indirizzo IP della macchina e lo comunica a dyndns.com, in modo da tenere sempre aggiornato il nome DNS scelto.
Ci si può servire del software ddclient. Questo client comunica con l'account precedentemente creato su dyndns.com e associa il DNS scelto con l'IP corrente della macchina.
La comunicazione dei dati dell'account (nome e password) può essere protett con una connessione cifrata con SSH. Installazione:

$ sudo apt-get install ssh libio-socket-ssl-perl
$ sudo apt-get install ddclient

L'installazione porta ad alcune richieste: se si vogliono impostare più di un nome di dominio è sufficiente indicarli separati da virgole.
Quando è richiesta l'interfaccia da utilizzare, indicare "web".
Adesso occorre impostare la cifratura delle comunicazioni e il rilevamento dell'indirizzo IP della macchina, modificando il file di configurazione /etc/ddclient.conf .
Si utilizza vim:

$ sudo vim /etc/ddclient.conf

Il file apparirà circa così:

# Configuration file for ddclient generated by debconf
#
# /etc/ddclient.conf

pid=/var/run/ddclient.pid
protocol=dyndns2
use=if, if=web
server=members.dyndns.org
login=your-dyndns-username
password=your-dyndns-password

La stringa use=if, if=web dovrà essere modificata in:
use=web, web=checkip.dyndns.com, web-skip='IP Address'
Per far ciò si deve premere i, entrando nella modalità di modifica di vim.
Subito dopo le prime tre righe commentate, occorre inserire le stringhe:

ssl=yes
daemon=300

per indicare la cifratura dei dati e il funzionamento come demone.
Al termine delle modifiche si preme ESC, poi :wq per salvare e uscire.
Occorre ancora assicurarsi che il file /etc/default/ddclient contenga questa configurazione:

# Configuration for ddclient scripts
# generated from debconf on Tue Jan 29 20:23:32 CST 2008
#
# /etc/default/ddclient
# Set to “true” if ddclient should be run every time a
# new ppp connection is established. This might be useful,
# if you are using dial-on-demand
run_ipup=”false”

# Set to “true” if ddclient should run in daemon mode
run_daemon=”true”

# Set the time interval between the updates of the dynamic DNS name in seconds.
# This option only takes effect if the ddclient runs in daemon mode.
daemon_interval=”300″

Infine, si riavvia ddclient

sudo /etc/init.d/ddclient restart

- Installazione di PHP
Ora che è stata garantita la raggiungibilità del server da ogni parte del mondo, si può provvedere ad installare le basi software per le pagine dinamiche.
Digitare:

sudo apt-get install php5 libapache2-mod-php5

Per far interagine php con Apache occorre riavviarlo:

sudo /etc/init.d/apache2 restart

- Test di PHP
Semplicemente si può modificare il file /var/www/index.html chiamandolo index.php e inserendo al suo interno la stringa:



Se tutto è andato a buon fine la pagina, aperta con un browser web, indicherà informazioni sull'installazione di PHP della macchina.

- Installazione di MySQL

$ sudo apt-get install mysql-server

L'installazione richiede anche le informazioni di login per l'utente root.

- Installazione di phpMyAdmin
Questo è un programma molto potente e comodo per la gestione dei database. Installazione:

$ sudo apt-get install libapache2-mod-auth-mysql php5-mysql phpmyadmin

Ora occorre modificare una riga all'interno del file /etc/php5/apache2/php.ini:
la stringa ;extension=mysql.so deve diventare extension=mysql.so .

Un riavviamento di Apache per permettere l'interazione di phpmyadmin:

sudo /etc/init.d/apache2 restart

- Installazione di WebMin
Ecco il gestore remoto per la macchina!
WebMin è un'alternativa open source a CPanel, molto apprezzata. Supporta la crittografia dei dati di accesso, grazie alla libreria Perl SSLeay. Installazione:

$ sudo apt-get install libnet-ssleay-perl

Ora sarà possibile accedere in modo sicuro a WebMin via https.

$ sudo wget http://indirizzo-del-mirror/webmin-x.xxx.tar.gz

L'indirizzo da inserire nel comando si trova qui. Prelevare l'ultima versione di WebMin. Per scompattare l'archivio:

$ sudo tar zxvf webmin-1.340.tar.gz

Lancio del setup:

$ sudo ./webmin-1.740/setup.sh

Conviene impostare una porta di accesso diversa da quella di default, per aumentare la sicurezza di accesso. Dopo aver inserito tutti i dati necessari l'installazione è completata.
Adesso il monitor e la tastiera non sono più necessari al server web.

Fonti:
Installazione LAMP, DynDNS Client Setup, Installazione di WebMin

Quanto valgono il kernel Linux ed i software liberi?






Può un software reperibile a costo zero dall’utente tramite internet avere un valore economico? Certamente. Molti sviluppatori di software libero ricavano guadagni, anche consistenti, sui software da loro realizzati. Pensate ad esempio alla società che ha sviluppato il software libero utilizzato per la creazione e gestione di questo blog.
Il giovane creatore di Wordpress è diventato economicamente benestante grazie ad un’applicazione che sostanzialmente chiunque può scaricare, installare, modificare e ridistribuire senza sborsare nemmeno un euro di royalty al suo creatore.


I modi per guadagnare soldi sviluppando software libero magari li discuteremo in un altro articolo, certamente possiamo affermare che se un software, seppur gratuito, produce reddito di conseguenza esso ha un valore. Tale valore è calcolato non soltanto sulla quantità di reddito prodotto dal software in sé ma anche, forse soprattutto, dal calcolo stimato del costo che sarebbe necessario per creare un software con funzionalità simili partendo da zero. Ovvero: se un imprenditore decidesse domani di creare un software da zero, pagando quotidianamente programmatori per lo sviluppo, quanti soldi dovrebbe spendere per arrivare ad ottenere un programma con funzionalità simili o superiori rispetto al software già esistente?

Tale calcolo è ovviamente un po’ aleatorio, ma può darci un’idea della quantità di lavoro che c’è dietro ad un progetto. La prima volta in cui ho avuto modo di vedere questo tipo di misurazioni economiche sui software open source è stata quando mi sono imbattuto su ohloh, un sito che tiene traccia di molti progetti open source, che permette agli utenti di registrarsi come utilizzatori di un determinato software e di darne quindi una valutazione.
Cercando su Ohloh ad esempio possiamo scoprire che Wordpress ha un valore stimato di 1,306,827 dollari, PHP, che è il linguaggio con il quale è stato creato Wordpress (e tantissimi altri software web based), vale 32,846,440 dollari, mentre i suoi concorrenti Ruby e Python valgono rispettivamente 7,867,493 dollari e 21,417,560 dollari.



Se i programmatori americani hanno bisogno di un abbraccio consolatorio, figurarsi i programmatori italiani.

Su Oloh il Kernel Linux, con i suoi oltre 10 milioni di lineee di codice, ha un valore stimato di 181,165,890 dollari (181 milioni di dollari), mentre le stime ufficiali della Linux Foundation, basate su un salario medio a programmatore di 75.000$ l’anno (contro i 55.000 di Ohloh), stabiliscono il valore del kernel Linux a 1.2 miliardi di dollari.

Detto tra noi, se i calcoli fossero effettuati basandosi sul salario medio di un programmatore italiano queste stime sarebbero drasticamente ridotte verso il basso. Ohloh offre la possibilità di introdurre uno stipendio medio più basso rispetto a quello preimpostato nel sito, quindi mi sono divertito a ricalcolare il valore del Kernel Linux basandomi su parametri di stipendio più adatti al contesto italiano. Quanto costerebbe quindi lo sviluppo del Kernel Linux ad un “prenditore italiano” che assume con contratto Co.Co.Pro a 1000 euro al mese? Naturalmente molto ma molto meno: 49,408,879 dollari.

Naturalmente, nell’effettuare questi calcoli, si da’ per scontato che esista in Italia un manipolo di programmatori in grado di sviluppare un kernel come Linux e che esistano imprenditori italiani in grado di comprendere il valore dell’informatica nell’era moderna. La prima ipotesi è remota ma possibile, conosco programmatori italiani davvero bravi, la seconda è invece pura utopia.

Autore: Doxaliber

Php, Python, Ruby per lo sviluppo web. Un’analisi.

Pochi giorni fa ho pubblicato un video confronto, a mio parere molto interessante, tra J2EE, Ruby On Rails, Zope, Turbogears e Django. I linguaggi utilizzati da queste piattaforme di sviluppo sono Java, Ruby e Python, manca il linguaggio di programmazione per il web più conosciuto, sicuramente quello più utilizzato dagli utenti che con la programmazione hanno meno a che fare: PHP.

No, non preoccupatevi, non intendo scrivere l’ennesimo articolo che mette a confronto le peculiarità ed i punti di forza di tutti questi linguaggi di programmazione cercando poi di nominare un vincitore assoluto, vorrei invece concentrarmi su aspetti che a volte sono ritenuti secondari ma che invece molto spesso sono alla base del successo di molte tecnologie.

A scanso di equivoci vi dico subito che tra questi tre linguaggi il mio preferito è Python: mi piace la sintassi elegante, la disponibilità di librerie, la maggiore disponibilità di documentazione (esistono ad esempio molti libri e fonti per Wxpython quasi nulla di corrispondente per Ruby). In generale è una questione di “comfort”, ed io mi trovo bene con Python, tuttavia ritengo che Ruby abbia alcune caratteristiche che lo rendono altrettanto interessante, non ultima il fatto che sia un linguaggio completamente ad oggetti ed un paio di cose riguardo l’eleganza della sintassi. Tuttavia l’unico linguaggio che effettivamente utilizzo in ambienti di produzione per lo sviluppo di applicazioni web è il PHP.

Il problema base di Python e Ruby e di tutti i framework e template engine disponibili per questi linguaggi è uno solo: facilità di distribuzione.



Mi spiego meglio: se io volessi realizzare un servizio web come twitter e reddit molto probabilmente punterei ad una qualche soluzione basata su Python o Ruby, magari un framework come Django o Ruby On Rails. Probabilmente, per una mera questione di flessibilità, di libertà e di pieno controllo dell’applicativo, avendo tempo e denaro cercherei di sviluppare una soluzione tagliata specificamente per le mie esigenze.

Ma farei la stessa scelta se dovessi sviluppare una piattaforma di blogging che faccia concorrenza a Wordpress, un cms che contrasti Joomla o Drupal, una piattaforma per forum come Phpbb o un programma in grado di gestire una galleria di immagini come Gallery? Probabilmente no.

La forza di applicativi come wordpress è dovuta non soltanto all’enorme disponibilità di plugin ed estensioni, facilitata anche dall’enorme numero di sviluppatori con competenze in php (aspetto da non sottovalutare) ma soprattutto dalla facilità con cui anche un utente con conoscenze quasi nulle di informatica è in grado di portare a termine l’installazione e la configurazione di wordpress su di uno spazio web personale (il famoso 5 minutes install, senza considerare che molti hosting provider forniscono script automatici di installazione per wordpress ed altre piattaforme sviluppate in php).



Provate a fare lo stesso con Django e Ruby On Rails, per i quali sono disponibili interi how-to di deployment pensati non per l’utente alle prime armi ma per lo sviluppatore che vuole installare la sua applicazione su un sito web! Se io sviluppassi un software con Django o con Ruby On Rails mi divertirei molto di più e risparmierei un sacco di tempo, ma il mio applicativo faticherebbe a diffondersi proprio perché l’installazione della mia creazione sarebbe un’operazione molto meno banale rispetto ad un qualsiasi software sviluppato in PHP, scritto male, pieno di include e con il codice mischiato all’html.

Questo non dipende soltanto dalla disponibilità di hosting a basso costo per php ma anche dalle caratteristiche più deprecate dai puristi della programmazione: la possibilità di embeddare codice in pagine web e di inserire il codice dell’applicativo all’interno delle pagine servite dal web server.

Infatti, se volessi risparmiare tempo ed avere un bel po’ di classi già scritte, potrei decidere di utilizzare un framework per PHP, come ad esempio Cake PHP, ed anche in questo caso per il deployment basterebbe copiare tutte le cartelle sul server e configurare un db, magari con uno scriptino ad hoc. La mia applicazione sarebbe sviluppata con il supporto di un framework, con tutti i vantaggi che questo comporta, ma la sua distribuzione sarebbe comunque molto più semplice di una controparte scritta in Django o Rails.

Questi limiti non sono certo secondari, ed infatti non esiste nessun prodotto sviluppato in Django e RoR in grado di competere, per diffusione, completezza, facilità di utilizzo e di installazione, con le controparti sviluppate (magari anche male) in PHP.



Non è un problema da poco e credo che sia sentito anche dagli sviluppatori di framework come Django e Rails, non a caso David Heinemeir Hansson, nel capitolo 22 del libro “Sviluppare Applicazioni Web con Rails” scrive:

WEBrick può d’altra parte essere considerato una piattaforma ottimale per applicazioni ad ampia diffusione: per esempio il clone di Wiki, Instiki, è riuscito a diventare l’applicazione Ruby più scaricata da RubyForge soprattutto grazie alle promesse di No Step Three.

La selta di WEBrick come server web ha permesso a Instiki di essere distribuito con una procedura d’installazione molto semplice; addirittura, la versione per Mac OS X, è fornita con lo stesso linguaggio Ruby e, quindi, è sufficiente un doppio clic sul file .app per attivare il vostro Wiki personale.

Certo, WEBrick perde rapidamente il suo fascino quando si prendono in considerazioni applicazioni diverse da quelle ad uso interno o personale, ma questo non deve impedirvi di iniziare ad utilizzarlo. Un’applicazione sviluppata per WEBrick non richiede alcuna modifica per funzionare con Apache e lighttpd. Potete persino valutare di continuare a sviluppare localmente con WEBrick, mentre l’applicazione è in produzione su uno degli altri due server, basati su C.

La mia speranza è che in un futuro prossimo la situazione cambi in meglio. I mezzi ci sono: eRuby, Cheetah, Mako, ma mod_python e mod_ruby non sono ancora affidabili e diffusi come mod_php. Fatta l’integrazione naturalmente bisognerà fare i programmatori, ma credo che pian piano anche gli sviluppatori php si stiano abituando all’idea di utilizzare template engine e di sviluppare utilizzando un paradigma object orientend.

Autore: Doxaliber

Flash player a 64 bit, era ora.

Finalmente anche Adobe si è accorta dell’esistenza dei processori a 64bit ed ha realizzato una versione a 64bit del suo flashplayer. Per anni noi utenti di sistemi Gnu/Linux a 64bit ci siamo dovuti adattare utilizzando Nspluginwrapper, che seppur funzionante dava più di qualche problema, oppure installando versioni a 32bit dei browser. Questo anche perché le versioni libere di flash realizzate dalla comunità Open Source, Gnash su tutte, non sono ancora in grado di offrire un supporto a flash veramente completo e funzionante. Inutile sottolineare che la colpa non è degli sviluppatori di questi progetti, le difficoltà dipendono dal fatto che Flash è uno standard proprietario le qui specifiche tecniche sono riservate.

Personalmente spero che lo sviluppo delle alternative libere non subisca uno stop in seguito al rilascio binario di Adobe, le difficoltà e la lentezza nel rilascio di un player a 64bit da parte di Adobe dovrebbero essere un severo monito su quanto possa essere penalizzante e frustrante la dipendenza dal software proprietario, se flash fosse stato un progetto open sicuramente avremmo a disposizione un flash a 64 bit da un bel pezzo, anche per piattaforme proprietarie come Xp64 e Vista64.

In ogni caso ora tutti gli utenti di sistemi operativi Gnu/Linux a 64bit possono installare la versione alpha a 64bit del player di Adobe.

fonte doxaliber